Digital Champions, alcuni dubbi personali...

I Digital Champions, iniziativa senz'altro lodevole e forse utile ma che mi solleva dei dubbi su alcune cose...tipo: 

Chi si candida lo fa per metter davvero il proprio tempo a disposizione degli altri? O solo per avere una "patacca" da mostrare, in un Paese di patacche?

Le selezioni avvengono solo per conoscenze "amici degli amici" oppure con un reale scouting sulla rete?

Inoltre mi domando, se vi fossero stati i Medical Champions, sarebbero entrate persone con titoli tipo: "Grey's Anatomy follower", "Medicine enthusiast", "Blogger sulle medicine alternative", "Med Evangelist", ecc. ecc.? Non credo...perché per l'informatica sempre tutto è di tutti? E non vale rispondere che chi ha competenze forti in informatica non sa comunicare, perché si fa una generalizzazione assurda.

Non basta avere un Mac ultimo grido e conoscere tutte le novità tecno-gadgettose del prossimo Natale a Mediaworld per entrare e fare l'evangelista digitale, specialmente per realtà complesse come la P.A..

Senza guardare tutti i profili ad uno ad uno, ma scorrendo a campione, l'idea (da lettore esterno) è di una moltitudine di markettari, digital strategist, social media manager, blogger, entusiasti, ecc. sicuramente ci sono anche profili tecnici elevatissimi. Ma il sapore di fondo, at the first glance, è di utenti del web, piattaforme sociali ed appassionati tecnologici...spero di aver preso un enorme abbaglio allora. ;)

Link interessanti sull'argomento:

http://www.massimomelica.net/digital-champions-il-nuovo-tormentone-digitale

Commenti

Lazza ha detto…
«Non basta avere un Mac ultimo grido»

Condivido pienamente l'opinione espressa nel post. La "storia" del Mac la dico sempre anch'io in giro, ma molti sembrano non credermi.

Studiando a Venezia vedo di persona gli influssi che hanno realtà come H-farm sui giovani studenti, molti pensano che se hai un Mac e parli di mobile apps allora sei un imprenditore esperto e farai i soldi. Figuriamoci se ragazzi di età simile pensano che basti una "patacca" da Digital Champion* per essere esperti di PA.

Lo dico da persona che si ritiene altrettanto non esperta in merito. Non penso basti avere una laurea in informatica o avere l'aggregatore RSS pieno di feed di siti di gadget per essere esperti del digitale, altrimenti lo saremmo tutti quanti.

Pure io, quando ho visto l'iniziativa, ho guardato il sito e pensato quasi subito "ok, di certo non mi candido". Mischiare "veri" informatici con esperti di marketing, o CEO di qualche azienda o startup con laurea in economia, può sicuramente far bene se si tratta di "fare soldi punto", ma di certo non porterà beneficio alle PA.

Per quello sono molto, ma molto, più utili i LUG con le molte iniziative serie che stanno facendo da anni.

_____
* Non uso "DC" perché in Veneto non ha un bel significato. :P
Nanni Bassetti ha detto…
Quoto al 100% il tuo commento e son contento che il mio post sia stato compreso come doveva esserlo ;)
Stefano Tondi ha detto…
Il progetto sarebbe molto interessante, il problema e' nel modo in cui e' stato progettato: Voler far evolvere la cultura digitale in Italia, fondamentale per il nostro sviluppo, senza alcun fondo. Per un profilo del genere e' necessario un impegno personale notevole ed il coinvolgimento di diverse professionalità, oltre ad un coordinamento generale per non disperdere gli sforzi. E pensare che ci sono tante organizzazioni e gruppi di appassionati che già operano gratuitamente in questo campo, e che si sarebbero potute interrogare per chiedergli dei consigli e fornirgli strumenti per poter organizzare e sviluppare più facilmente le loro iniziative.